GasAgenda 2022

OSSERVATORIO PUBLIC UTILITY 22 delle importazioni totali e viene rigassi- ficato e immesso in rete attraverso i tre impianti (a Rovigo, La Spezia e Livorno) aderenti ad Assocostieri. I tre rigassificatori italiani oggi stanno già lavorando al massimo (circa 15 mld mc/a) e per aumentare la capacità di rigassificazione nazionale Snam ha an- nunciato l’acquisto di due navi di rigas- sificazione, FSRU – Floating Storage and Regasification Units (da 5 mld mc/a), di cui la prima da posizionare a Piombino. Per la sua connessione alla rete gas italia- na e il rilascio delle autorizzazioni a ope- rare si dovrebbe attendere la primavera del 2023 (la seconda invece sarà opera- tiva nel 2024) grazie anche al percorso autorizzativo accelerato ( fast track ) di cui all’art. 5 del decreto aiuti (D.L. 50 2022). Oltre alla soluzione delle due floating unit , un contributo significativo potrebbe venire anche dagli ampliamenti dei rigas- sificatori esistenti. L’utilizzo del rigassificatore di Panigaglia, storicamente sottoutilizzato per limita- zioni logistiche ed ora potenzialmente utilizzabile a ricevere navi spola dalla Spagna, l’aumento di capacità del termi- nale di Rovigo, da poco autorizzato per 9 miliardi di metri cubi dagli 8 originari e potenzialmente in grado di arrivare ad 11 miliardi, senza aumento fisico di volu- metria, così come il potenziale aumento di capacità del terminale di Olt, anch’es- so senza aumento di cubatura, possono dare un ulteriore contributo alla sicurez- za degli approvvigionamenti. Vale la pena, poi, di segnalare i progetti di nuovi rigassificatori presentati nel no- stro Paese, in alcuni casi già autorizzati, e nel tempo rimasti nel limbo, come quello del terminale di Gioia Tauro di LNG Med- gas, con una capacità potenziale di 8/12 miliardi di metri cubi modulabile e quello di Enel a Porto Empedocle (Nuove Ener- gie) per 8 miliardi metri cubi. Molti degli investimenti nei rigassificato- ri, bloccati negli anni a causa delle varie opposizioni locali, oggi avrebbero potu- to contribuire a rendere l’Italia hub del gas nel Mediterraneo, molto più di come oggi sia la Spagna, che non gode della posizione di piattaforma logistica natura- le del Mediterraneo offerta dal nostro Pa- ese. Accanto ai rigassificatori non si può, poi, non citare il contributo offerto dalla filiera cosiddetta dello small scale lng. I depositi per la distribuzione in forma li- quida del gas naturale hanno vissuto il loro momento di splendore all’indomani del recepimento della direttiva DAFI del 2014, avvenuta in Italia con il decreto le- gislativo 257 nel dicembre 2016. In quel momento la filiera dei depositi di gnl “di piccola taglia” era percepita come una soluzione capillare, flessibile e sicura per diffondere il gnl come combustibile alternativo per il trasporto pesante, ma- rittimo e per gli usi industriali. Dei numerosi progetti avviati in quel pe- riodo ad oggi hanno visto la luce, e sono in esercizio, quello di Higas ad Oristano di 9.000 metri cubi e quello di Edison a Ravenna di 20.000 metri cubi, mentre altri depositi risultano autorizzati come quelli di Edison di Oristano e Brindisi e quello di Venezia, di Venice Lng, mentre altri tre/quattro sono in fase avanzata di autorizzazione. Senza entrare nel merito della genesi del cosiddetto “decreto Sardegna” , recente- mente impugnato dalla Regione, che me- riterebbe un approfondimento a parte e che ha rallentato alcune decisioni di inve- stimento nell’isola, oggi il clima generale di favore per il gnl, in particolare per la distribuzione a mezzo dei depositi small scale, è mutato rispetto agli anni passati. Ciò nonostante i depositi per la distribu- zione small scale potrebbero anch’essi, con minimi accorgimenti tecnici e la pre- senza di un vaporizzatore, essere utilizza- ti per immettere gas nella rete nazionale per supportare l’affrancamento dalla di- pendenza russa, con un contributo alla causa prudenzialmente stimabile in circa due miliardi di metri cubi, per una situa- zione complessivamente sintetizzabile nella tabella seguente. Dalle verifiche fatte è evidente come la possibilità di sostituire il gas russo è alla nostra portata grazie ai tempestivi inter- venti del nostro Governo ed all’attuale trend di riempimento degli stoccaggi vi- cino ormai alla soglia prevista del 90%. Ciò nonostante a nostro parere ci atten- derà un inverno difficile sia per la mag- gior richiesta di gas naturale liquefatto

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